Giulio Rosa
Economia ed emozioni
Chissà se Daniel De Foe aveva immaginato che gli accadimenti e le riflessioni di Robinson avrebbero influenzato il pensiero economico nei secoli successivi. Fatto sta che è successo: le avventure, i pensieri e le scelte del personaggio hanno fornito materiale e spunti per argomentare su diversi aspetti dell’economia politica.
In effetti, la scienza triste riguarda la vita reale, addirittura la pervade, e non fa meraviglia che se ne trovino ampie tracce nella finzione letteraria: come oggetto della vicenda, nelle riflessioni del narratore o del personaggio, e ancora come sfondo o contesto, più o meno immanenti. Nella lettura siamo catturati dalle storie di Robinson, dei Joad, di Zeno come dalle brillanti riflessioni di Galbraith, De Cecco, Stiglitz e tutte concorrono a formare le nostre opinioni e a definire la nostra educazione sentimentale. Vale a dire il nostro modo di stare al mondo.
Non dev’essere un caso se l’economia politica e il romanzo moderno sono coetanei, datando la loro comparsa a tre secoli fa. Nella sostanza, il romanzo consiste nella descrizione dei comportamenti umani, degli stati d’animo, del contesto e delle relazioni intime tra questi fattori; la microeconomia analizza le possibili o addirittura probabili scelte di comportamento nelle diverse situazioni della vita pratica, valutandone le conseguenze. Il bel libro di Giandomenico Scarpelli attinge a un vastissimo repertorio di casi: dalle scelte pratiche del quasi solitario Robinson, per sopravvivere con risorse più o meno scarse, alla tragedia umana di milioni di Americani di fronte alla crisi economica, rappresentata dai Joad di Furore, all’intreccio tra le vicende economiche della famiglia di Zeno e la sua nevrosi fino alle pessimistiche visioni sul futuro del pianeta.
Il libro è gradevole e avvincente per l’alternarsi dei brani della grande letteratura con la loro puntuale esegesi che l’Autore affronta con l’ottica tipica dell’economia politica, rappresentata nel suo sviluppo storico e nei suoi temi fondamentali che scandiscono la successione dei capitoli. La chiave di lettura che traspare dalla struttura del libro trova il filo conduttore e lo sviluppo della trama nella vicenda dello homo oeconomicus, narrata con le voci emozionanti dei grandi romanzi.
Il libro offre un’attraente introduzione all’economia politica e propone una vasta bibliografia letteraria, prestandosi così a molteplici utilità, oltre al godimento personale della lettura. Sicuramente costituisce un richiamo agli accademici della letteratura e dell’economia a considerare che, fuori dalle stanze del loro quotidiano cimento, esiste l’umanità, con i gravami, i sogni, i progetti e le emozioni che le riempiono la vita. A pensarci bene, per il lettore normale si pone il rischio opposto, vale a dire che, rapito dal desiderio di approfondire le suggestioni letterarie e le questioni economiche proposte dal libro, si sottragga al proprio quotidiano cimento. Rischio debole però: a riportarlo sulla terra basterà il trillo del campanello del portalettere con la sua lettera raccomandata.
Concludendo la sua prefazione, Scarpelli, dirigente della Banca d’Italia, offre un esempio di letteratura delle migliori famiglie istituzionali dichiarando, come d’uso, che il libro «riflette esclusivamente le opinioni dell’autore e non impegna in alcun modo l’Istituto di appartenenza». Effettivamente, scrivendo di politica economica, possono emergere espressioni fortemente caratterizzanti, ma qui il contenuto è didattico di base. Le citazioni letterarie sono, appunto, citazioni e l’Istituto, a nostra memoria, nella sua storia, è stato retto da persone di sicura e forte ispirazione umanistica (a parte rare eccezioni). A ben vedere, l’unico punto effettivamente meritevole di tutela sta nella citazione di Dostoevskij in esergo
«…davanti a questa troika che galoppa precipitosa, tutti i popoli si trarranno rispettosamente da parte».
Giandomenico Scarpelli, La ricchezza delle emozioni, Carocci Editore, Roma, 2015, pp. 311, € 31,00.
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