Le Sardine siamo noi

Nel dibattito sterile ed estenuante su quale sia la collocazione politica delle Sardine si sente dire di tutto e si tenta di ingabbiare questo movimento spontaneo di cittadini in un ambito connotato politicamente.

Di certo ci sono le dichiarazioni di vari promotori che si definiscono antifascisti e paladini dei principi della nostra Costituzione. Auspicano, insieme a migliaia di persone democratiche, un modo diverso di stare insieme e di partecipare: speriamo che non cambino, perché solo così potranno ancora consentire alle migliaia e migliaia di giovani, adulti e anziani di manifestare il loro disagio, il loro malessere e l’esigenza di una rappresentanza politica all’altezza delle proprie aspettative. Se i promotori diventassero un’avanguardia velleitaria e cedessero alle lusinghe di politici opportunisti o spregiudicati, le Sardine sarebbero finite.

Le Sardine siamo noi perché la situazione del nostro Paese ci riguarda da vicino. I politicanti che dicono di rappresentare tutti gli Italiani mentono per l’unico obiettivo di mantenere il potere in modo autoritario sfruttando un Sistema che non funziona e creando sempre più diseguaglianze.

I mezzi di informazione, tranne alcune meritevoli eccezioni, sono proni a propagandare le ambizioni del possibile vincitore di turno a scapito del vero servizio pubblico che dovrebbe innanzitutto informare e poi commentare e non il contrario.

E’ un periodo storico di svolte importanti anche nel contesto internazionale. L’impegno di tutti dovrebbe essere quello di rafforzare in Italia le capacità progettuali, innovative, lavorative, in modo da rendere il Paese veramente libero e sovrano, in un contesto, quello europeo, di Eguali. Per difenderci da un’idea di futuro che possa prevedere, come sta succedendo perfino a Yale, che la Storia e l’Arte vengano abolite, perché non vogliamo più ricordare da dove veniamo.

Le Sardine siamo noi perché con una testimonianza silenziosa, cortese, pacifica vogliamo sempre di più dire a chi fa la politica di mestiere di cambiare rotta e rappresentare i veri bisogni dei cittadini e non i propri meschini interessi; di premiare quelli onesti rispetto a quelli disonesti che si difendono abbondantemente da soli, a scapito di tutti gli altri; di lavorare per il bene comune.

Avanti, con coraggio, con lo stesso spirito libero per amplificare questa voce di massa che chiede da decenni pazientemente risposte che non arrivano.

Maria Liliana Aquaro

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