Tanto incivile e pur funesta pare
la donna mia quand’ella altrui starnuta,
ch’ogne persona trema e strada muta,
la mascherina svelta a rincalzare.
Ella si va, sentendosi evitare,
dolentemente d’ansietà abbattuta;
e par che sia una cosa venuta
dallo ninferno per farci annientare.
Mostrasi sì spiacente a chi la mira,
che dà per li occhi un’amarezza al core,
che ’ntender no la può chi non la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito grave pien d’umore,
che va dicendo a l’anima: Su, spira!
Per l’eterogenesi dei fini il corona-virus ha ottenuto il risultato di riportare nel Grandevetro la poesia, richiamandola a casa da lungo postiliminio. Chi si misura con Petrarca e chi con Dante, chi s’avanza cencioso col Burchiello. Quod faustum felix fortunatumque sit. Triumpe triumpe triumpe.
Michele