Al tempo del coronavirus: PIAZZA LEOPOLDO di Maria Beatrice Di Castri

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Danze ingenue di piccioni sparuti

popolano il giardino vuoto, mentre

la fila impazza. L’umanità scortica

coi carrelli l’attesa – clangore che strina l’asfalto –

della palingenesi sociale nella spesa.

La parola clandestina scivola via dalle maschere,

zampilla, fonte fresca su boccioli

già appassiti, c’è chi ride e chi vocia.

Nessuno ha fretta, ci si scalda al vino

di una processione consentita,

pochi davvero hanno gli occhi tuffati

nel telefonino.

La natura è verde di primavera,

le cornacchie stanano i semi dal silenzio

accanto alla fila della specie umana.

«D’estate – uno ricorda ad alta voce –

si fa la coda per andare al mare

in macchina, col caldo, e si sopporta».

 

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*