La raffinata copertina di questo libro di Ilario Luperini, doveva mettere il lettore sull’avviso che non solo di ciclisti avrebbero letto. Infatti c’è una decoratissima sedia dal nome significativo e ironico: Alcuni giri sulla sedia. Già nell’avvertenza l’autore ci informa che «Scrivere intorno a se stessi – sebbene, per ritegno, in terza persona – significa rompere il cerchio della solitudine» e poco dopo aggiunge «Il ciclismo fa parte della mia storia. Una significativa parte dall’infanzia, all’adolescenza, a oggi, tre sono i perni intorno ai quali ruotano queste righe: i ricordi di tempi e luoghi lontani, le riflessioni e i dubbi sul presente. Le esperienze vissute in diretta». A fronte del primo capitolo c’è la foto di un uomo con un bambino sulla canna della bicicletta, padre e figlio, bicicletta anni ’50 in cui si intravedono piccoli optional che ne facevano una bicicletta sportiva. È dal padre che Enrico, alter ego dell’autore, ha preso passione per il ciclismo e ci fa partecipi delle gite prima, poi delle corse nelle vicinanze del borgo dove è nato, Barbaricina, il Paese dei cavalli. E dopo averci fatto vivere le sue emozioni di bambino, presente al Sestriere quando Coppi vince, in maglia gialla, la tappa del Giro di Francia che in quel 1952 sconfinava in Italia, e alle vittorie di Moser, al giro d’Italia del 1984 vinto nell’ultima tappa a cronometro arrivata all’Arena di Verona, quando tutti pensavano che ormai il giro fosse di Fignon, oppure alla vittoria di Gimondi al campionato del mondo di Barcellona del 1973, quando tutti aspettavano Mercx. Ecco di nuovo il collegamento all’aspetto poetico del ricordo di questi avvenimenti, con ciclismo e ciclisti di contorno, ad una citazione, riportata nel libro, di José Saramago: «Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo ciò che si è visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si era visto di notte, con il sole dove prima pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini». Ed ecco «Enrico, già adulto e con il nonno quasi novantenne, camminava lentamente nei viottoli di un grande parco naturale. I primi giorni di giugno portavano un’arietta fresca e tra i rovi che costeggiavano lo stradello si facevano spazio piccoli fastidiosi volatili; nell’erba erano in sonnolento agguato alcuni biacchi verdognoli che svelti si spostavano al loro passaggio. Grandi alberi su cui da giovane, il nonno, agile si arrampicava per scuotere le pine con una lunga bacchia, formavano intrecciandosi, un’ombrosa galleria». E sulla piccola tv nella stanzetta d’ospedale dove era ricoverato il padre, la volata di Gimondi che vince il mondiale, e quel ricordo attenua l’ansia per la salute del padre che da grande appassionato di ciclismo, si emoziona con il respiro sempre più affannato «ma la soddisfazione è tanta. Un anno prima di morire». E il lessico familiare, che torna, «Quante volte, tempi addietro, insieme in bicicletta nel parco a trovare morecci! Addentrarsi nei boschi era una felice consuetudine».
Ma nel libro ci sono anche bellissime pagine dedicate al ciclismo e ad aneddoti riguardanti grandi campioni del passato a cominciare da Coppi e Bartali, per arrivare a tempi più vicini ai nostri giorni con Moser e Saronni. Non dimenticando le imprese di Guido Carlesi, un ottimo corridore pisano, vincitore di tappa al Giro d’Italia e al Tour de France dove nel 1961 conquistò un secondo posto alle spalle di Anquetil. E Pantani. Non mancano inoltre gustosissime pagine dedicate alle avventurose escursioni del gruppo di amici che da trent’anni si avventurano a presenziare le tappe alpine e a vedere da posizioni privilegiate gli arrivi grazie anche al pass stampa del Gradevetro che Luperini ha come redattore della rivista.
Chiude il libro una pagina di «Dubbi, sulla situazione politica attuale, sui rigurgiti razzisti, uniti a revival di revisionismo storico di bassa lega, di vera e propria cialtroneria» e per il ciclismo la piaga del doping. Infine una utile appendice che ricorda vincitori e piazzamenti degli ultimi trent’anni al Giro d’Italia.
Ilario Luperini, Corridori. Piccole storie di ciclismo e di ciclisti, ETS, Pisa, 2018, pp. 98, € 10,00.
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