Assegnazione dei premi in memoria di Paola Bora, già Presidente della Casa della Donna di Pisa (m.l.a.)
COMUNICATO STAMPA del 26 marzo 2021
Stamani la cerimonia trasmessa in streaming dalla Sala Azzurra della Scuola Normale
Tre le vincitrici del Premio “Paola Bora” promosso dalla Casa della Donna e dagli atenei pisani
A Gaia Pasini, Teresa Bernardi e Virginia Niri un riconoscimento di 3mila euro ciascuna per le migliori tesi di laurea e dottorato in studi di genere
Si è svolta stamani a Pisa, presso la Sala Azzurra della Scuola Normale Superiore e in diretta streaming sul canale YouTube della Scuola, la cerimonia di assegnazione del Premio “Paola Bora” per tesi di laurea e dottorato dedicate agli studi di genere in filosofia, storia, antropologia e letteratura. Promosso dall’associazione Casa della donna, il Premio è sostenuto dalle figlie e dalle sorelle di Paola Bora, dai Comitati unici di garanzia per le pari opportunità di Scuola Normale Superiore, Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna e patrocinato dalla Società italiana delle storiche.
Il Premio vuole ricordare la figura di Paola Bora nella duplice veste di studiosa e presidente della Casa della donna dal 2011 fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2015. Paola Bora è stata, infatti, docente di antropologia filosofica presso la Scuola Normale Superiore e di antropologia di genere presso l’Università di Pisa.
Tre le vincitrici di questa prima edizione, alle quali è andato un riconoscimento di 3mila euro ciascuna: Gaia Pasini per la categoria tesi di laurea e, ex aequo per la categoria tesi di dottorato, Teresa Bernardi e Virginia Niri. A selezionare le vincitrici una commissione composta da studiose dei tre atenei pisani e della Società italiana delle storiche, e da due rappresentanti della Casa della donna: Stefania Pastore (Scuola Normale), Renata Pepicelli e Sandra Burchi (Università di Pisa), Anna Loretoni e Barbara Henry (Scuola Superiore Sant’Anna), Adelisa Malena e Laura Savelli (Società italiana delle Storiche), Giovanna Zitiello e Cristina Galasso (Casa della donna).
Tra le 72 tesi candidate al Premio, provenienti da ben 19 atenei italiani, le tre tesi vincitrici si sono distinte, ha sottolineato la commissione, per l’originalità dei temi di ricerca e per il contributo innovativo offerto agli studi di genere.
Gaia Pasini è risultata vincitrice con la tesi di laurea dal titolo “Ricucire il mondo. Corpo, memoria e territorio nelle pratiche di cura della Brigada de Salud Comunitaria Vinh Flores Laureano di Amilcingo”, discussa presso il corso di laurea in Antropologia dell’Università di Torino. Dedicata allo studio sul campo di un collettivo di guaritrici indigene in un villaggio della foresta messicana, la tesi di Pasini rappresenta, secondo la commissione, un lavoro dal respiro ampio e innovativo, di grande solidità e consapevolezza “che si sviluppa lungo un sapiente e maturo equilibrio tra elaborazione teorica e presentazione dei risultati di un’intensa e appassionata ricerca di campo”.
“Mobilità femminile e pratiche di identificazione a Venezia in età moderna”, il titolo della tesi di dottorato di Teresa Bernardi, premiata ex aequo. Dopo la laurea all’Università di Venezia Ca’ Foscari in storia moderna, Bernardi ha conseguito il dottorato presso la Scuola Normale di Pisa. La sua tesi, fondata su un’approfondita base documentaria, è stata premiata – si legge nelle motivazioni – “per l’eleganza della scrittura, l’equilibrio dell’impianto e l’originalità dell’approccio, in particolare per l’innovativo tentativo di applicare la categoria di intersezionalità a un contesto lontano nel tempo come la Venezia della prima età moderna, con risultati di notevole interesse”.
Per la categoria tesi di dottorato, l’altro premio ex aequo è andato a Virginia Niri per la tesi “Con questo nemico ci facevamo l’amore”. L’autocoscienza come metodo politico di costruzione di nuove identità nel lungo Sessantotto italiano”, discussa presso l’Università di Genova, ateneo presso il quale Virginia Niri ha conseguito anche la laurea in storia contemporanea. La tesi di Niri, basata su un’ampia raccolta di fonti orali e non solo, si distingue – secondo il giudizio della commissione del Premio “Paola Bora” – per l’originalità del tema, l’interessante contributo agli studi di genere e “la capacità di mettere in luce con chiarezza la novità e la rottura che, tra gli anni Sessanta e Settanta, ha rappresentato il femminismo, e in particolare la pratica dell’autocoscienza, rispetto ai comportamenti sessuali, i modelli e le relazioni di genere”.
“Siamo davvero felici di poter premiare oggi tre studiose così valenti e di poterlo fare con un premio alla memoria della nostra cara amica Paola Bora”, sottolinea Carla Pochini, presidente della Casa della donna. “Paola ha sempre avuto una grande capacità di coinvolgere le giovani generazioni, dentro e fuori le aule universitarie. Le contagiava con la sua passione, curiosità e intelligenza. Con questo premio – continua Pochini – vogliamo tenere vivo il suo ricordo proprio tra le più giovani che in tutta Italia si dedicano agli studi di genere, un ambito di ricerca fondamentale se vogliamo costruire una società più equa, paritaria e rispettosa delle differenze. La nostra associazione e tutto il femminismo pisano devono molto a Paola Bora, una donna straordinaria che nella vita e nello studio, come abbiamo scritto nel bando, ha saputo coniugare pensiero teorico e pratica politica con uno sguardo sempre attento al nuovo”.
Qualche numero sulle tesi candidate alla prima edizione del Premio “Paola Bora” Al Premio hanno partecipato complessivamente 72 tesi, 56 tesi di laurea e 16 di dottorato, discusse negli ultimi tre anni nelle Università di Pisa (13), Bologna (13), Roma (10), Torino (8), Milano (6), Venezia (5). E poi Padova, Pavia, Genova, Perugia, Sassari, Cagliari, Napoli, Salerno, Lecce, Palermo. Tra le discipline, storia e letteratura quelle che hanno registrato il maggior numero di tesi presentate (32), a seguire antropologia e filosofia. |
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