LA RIPARTENZA DEL CIRCOLO VIE NUOVE di Maria Liliana Aquaro

Intorno a quest’ultimo solstizio d’estate la stampa nazionale ha diffuso la notizia della scomparsa di Giulio Giorello, mentre quella fiorentina – tra le cronache – auspicava la riapertura del Circolo Vie Nuove, chiuso per l’epidemia.

Quale collegamento tra i due fatti? A parte la contemporaneità, probabilmente nessuno. A meno di non riandare con la memoria a un’affollatissima serata dei primi anni Settanta quando, nella sala conferenze del Circolo, Giorello appassionava il pubblico, col suo maestro Ludovico Geymonat, discorrendo di epistemologia, non della parte bassa del suo vasto sapere. A quell’epoca, collateralmente alle sue attività sociali e politiche, il Vie Nuove era luogo di iniziative culturali significative come quella.

Con gli anni, in armonia con l’andamento via via digradante della sinistra, sarebbe scomparsa la cultura (salvo un box office per i teatri) lasciando spazio alla politica commerciante e alle benemerite b di bar, ballo, briscola e biliardo (sala apprezzatissima dai cultori). Comunque, a ogni buon conto, all’ingresso campeggiava la scritta LA POLITICA – LA NOSTRA VITA. Fino a che questa non fu sostituita dall’arrivo dell’ultima b: la triste SALA BINGO.

Neanche la Grande Alluvione aveva fermato il Vie Nuove (eppure l’Arno è a cento metri). L’epidemia Covid, con gli obblighi del confinamento, c’è riuscita. C’è da sperare che, nella ripresa, anche per il Circolo non sarà tutto come prima, dando giusto una rinfrescata alle cartelle del bingo.

Riaprendo, sarebbe auspicabile il rilancio delle attività culturali del Circolo con iniziative rivolte ai giovani per sottrarli all’insipienza delle ore seduti al bar in compagnia dello smartphone o agli schiamazzi della perniciosa movida notturna. Iniziative che li coinvolgano impegnandoli a progettare con consapevolezza il loro futuro. Si potrebbero elaborare programmi di inclusione e aggregazione sociale per gli stranieri e per le persone più deboli, in coordinamento con le scuole (anche per possibili lockdown futuri) e di alfabetizzazione informatica per chi non ha la possibilità di avere strumenti elettronici a casa. Si potrebbe promuovere un’attività collettiva di lettura di classici e opere moderne, vista anche la difficoltà dimostrata da giovani e meno giovani a comprendere quello che leggono. In passato erano iniziative correnti, con corsi di approfondimento anche per gli insegnanti.

Intanto – dicono le cronache – mentre si ipotizza genericamente qualche futura attività culturale o a sfondo politico, nella realtà si sta producendo il massimo sforzo per l’ampliamento della licenza per il bar e per consentire la proiezione delle partite della locale squadra di calcio. Certo è che, insieme alla riapertura del bar, sono già attive le sale del rinomato biliardo e del triste bingo.

Questo, in un quadro nazionale che vede la riapertura dissennata dei bar notturni e delle discoteche, luoghi di elezione per la diffusione della malattia. Mentre restano chiusi teatri, musei e gli altri luoghi di diffusione della cultura e della civiltà.

Curioso: lasciano aperti i luoghi che attirano folle generalmente insensibili alla responsabilità sociale e mantengono chiusi quelli che sarebbero frequentati probabilmente da cittadini consapevoli e rispettosi. Deve trattarsi del montante cupio dissolvi che pervade la società.

Il Circolo Ricreativo Culturale Vie Nuove ha l’occasione di scegliere per sé e indicare una via nuova, altro che tutto come prima.

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