Splendeva il sole sopra Settignano
e nella conca risplendea Fiorenza.
Con dolore guardavo da lontano
la città avvolta dalla pestilenza.
Quivi adunati, giovani e pulzelle,
onde obliare tal morbo raccontammo
per dieci giorni splendide novelle.
Sopravvissuti a Fiorenza tornammo.
Era finita la nera morìa.
Tornaro l’arte, amor, la primavera
e la città fu bella più di pria.
Per superar la vostra malattìa,
posteri, cancellate ogni frontiera,
del profitto lasciate la follia.
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