Corona del carognavirus: TU E IL CAPITALE / You and the Capital di Giancarlo Micheli

 

Tu e il capitale

 

Il capitale, lo metto per scritto,

come una vanga nella merda sta ritto;

se vuoi pigliarla tu, paga l’affitto,

non ti lamentare, restatene zitto,

fatica ed abbine diletto.

È questo l’unico mondo perfetto

che alla tua cagionevole fibra sia adatto,

l’unico di cui potresti restar soddisfatto.

In maniera ammirevole tutto è già stato fatto,

non ti resta che prender partito.

 

E perché tutto ciò sia finito,

come vuoi, anch’io l’ho saputo,

non basta, foss’anche per sempre, un saluto,

non serve fuggire; forse, minuto per minuto,

tener testa alla menzogna, fattasi, di fede in statuto,

a cielo aperto, un’unica immane cloaca abusiva;

forse, la lotta, di ora in ora, per tenerla in sé viva,

farla nascere ad ogni istante, presenza

dell’altro in ciascuno, amorevole sapienza.

 

( dalla raccolta verses versus Capital )

 

You and the Capital

 

The Capital, by my troth I write,

as a spade in the shit stands upright;

if you want to take it, you have to hire,

shut up and don’t whine,

toil and of that get delight.

This is the only perfect world,

your weak fiber suitable for,

the only you might be satisfied with.

Everything has already been done with some wit,

you just have to look up the balance sheet.

 

If you want put an end to it all,

as I guess we can make a whole,

it’s not enough a goodbye and neither a farewell,

you don’t need to flee; by the minute, maybe,

cope with the lie that became, from faith to decree,

in the open air, a huge mephitic cesspit;

perhaps, the struggle, till truly alive it’ll be,

by the hour deliver it, presence

in each one of the other, lovely sapience.

 

(from the collection of poems verses versus Capital)

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