La street art degli Urban Solid in mostra al Miami Plage di Monte Carlo
“L’artista non è l’opera d’arte, bensì il mezzo tramite il quale l’opera prende forma: questa è la forza della street art”. Hanno ben chiara la propria vocazione artistica il duo degli Urban Solid, scultori un po’ per passione, un po’ per professione, data la formazione accademica delle Belle Arti di Brera che ha permesso loro di apprendere gran parte delle tecniche di formatura scultorea classica. Le loro creazioni nascono infatti come calchi anatomici e di oggetti che si sono poi trasformati nel tempo in veri e propri solidi urbani. Dal 12 maggio al 10 ottobre sarà possibile ammirare gran parte della produzione al Miami Plage di Monte Carlo, dove la galleria milanese di pop e street art, Espinasse 31, ha deciso di organizzare una esposizione temporanea con molti degli artisti che hanno lavorato durante questo primo anno di attività in residenza. Gli Urban Solid vengono presentati per la prima volta con la loro iconica installazione in resina Adamo ed Eva e alcune copie delle sculture One milion dollars, in vari colori e due copie, una verde in gesso e una argento in resina dell’Immersione. La scelta di utilizzare vari materiali viene spiegata direttamente dagli artisti: “Non abbiamo un metodo preciso, utilizziamo tanti materiali diversi in base alle esigenze scultoree, ad esempio se partiamo da un modello anatomico o da un oggetto di plastica, i materiali per la riproduzione cambieranno, lo stesso vale per il metodo di affissione in strada…i diversi tipi di colla o di colore da usare dipendono dalla stagione ma anche dal peso della scultura che vogliamo installare, le varianti sono molteplici e in strada si improvvisa spesso. La scultura per esistere deve obbedire ciecamente alla gravità, questo è l’unico vero vincolo che abbiamo. Poi tutto viene dalla fantasia e dall’intuito. È nel processo di creazione che si trova il metodo per realizzare l’opera”.
Certamente il procedimento è fondamentale ma bisogna riconoscere che è dallo spazio urbano che gli Urban Solid traggono la maggior fonte di ispirazione: “La nostra opera prende vita nel momento in cui la fissiamo ad un muro, rimane all’aperto esposta a tutto ciò che l’ambiente circostante le offre e spesso diventa protagonista cambiando l’identità di una zona”. Le loro sculture prendono vita nel momento in cui iniziano a dialogare con i passanti che si imbattono inconsapevolmente in questo spettacolo, diventandone protagonisti. Non a caso Antonio Castiglioni, proprietario di Espinasse 31 ha scelto una spiaggia, nella splendida baia del Larvotto, come cornice ai solidi urbani. Nella street art il luogo pubblico è la condizione inscindibile per creare opere d’arte e nel caso specifico dell’arte urbana diviene molto importante il significato e il messaggio sociale che si vuole trasmettere: “L’ artista è lo specchio della società in cui vive e se parliamo di arte di strada, beh il riflesso che si ottiene è abbastanza preoccupante. Ci sono molti problemi comuni a gran parte dei cittadini, il fatto di evidenziarli può essere sì una denuncia, ma ha principalmente come scopo stimolare la coscienza. Ci sembra banale fare arte pubblica soltanto con fini estetici. Non avrebbe senso”.
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